martedì 6 marzo 2012

TESI 2009/2010: Alice Riceputi e Daniela Romano


IL RACCONTO

Marinella
Sulla Terra ferma lo spazio è insufficiente a causa dell’industrializzazione, dell’eccessivo sfruttamento del terreno, dell’inquinamento e della sovrappopolazione.

L’aria è irrespirabile, le case cresono a dismisura una sopra l’altra.
Non c’è più spazio per me in questa città, non c’è più spazio per i miei sogni e per il mio futuro. Per questo motivo ho deciso di trasferirmi...
Marinella è una città galleggiante, una vera e propria isola. I suoi abitanti hanno trovato un modo altermativo di vivere, ecosostenibile. Essi sfruttano il potenziale della natura - l’energia del sole, del vento, e dell’acqua - senza però abusarne mai. Si occupano di allevamento, pesca e raccolta, ma non solo.
L’isola è sempre in collegamento con la terra ferma. Le attività turistiche e commerciali sono all’ordine del giorno.Marinella, come forse si intuisce dal nome, è molto legata al mare. L’acqua è il suo elemento fondamentale.
Mentre Sopra si svolge la vita lavorativa, Sotto si svolge la vita privata. Il passaggio tra Sopra e Sotto, avviene per mezzo di un ascensore. Può sembrare strano all’inizio, ma vivere sott’acqua è un’esperienza incredibile. Sott’acqua, come lunghi tentacoli, si sviluppano le abitazioni collegate tra loro attraverso tunnel. Non ci sono stanze, esse sono ricavate dagli avvallamenti e dalle protuberanze della struttura stessa. Sembra di vivere dentro un’enorme conchiglia.
Le pareti trasparenti permettono di osservare il mare e le sue meraviglie.
L’acqua è rifugio sicuro per i propri pensieri. Attutisce i suoni e isola dal mondo circostante. Essa è inoltre l’emblema della vita, elemento da cui tutto si genera. Io amo l’acqua, amo l’acqua più di ogni altra cosa al mondo. L’acqua è il luogo della mia anima. La amo in ogni sua forma e stato: la neve con i suoi fiocchi geometrici e perfetti, il ghiaccio freddo, fragile e allo stesso tempo solido e galleggiante, amo la sensazione che lascia sulla pelle...

Non mi sono ancora presentata, sono Ariel, ho trent’anni. Sono una persona solitaria. Mi piace la calma dell’acqua e la sua solitudine, mi piace leggere e scrivere. Non sto mai ferma, sempre in cerca di nuove sfide, con cui potermi mettere alla prova.
Marinella sembra il luogo ideale per trascorrere questo momento della mia vita...

IL PROGETTO


Per poter progettare uno spazio architettonico interno, è necessario capire cosa si intende per spazio. Esso è l’essenza dell’architettura. Lo spazio può essere definito come un vuoto da riempire, un’area sulla quale creare, una zona sulla quale costruire…
Può essere delimitato da confini e contorni, che ne stabiliscono quindi un interno e un esterno.
Lo spazio è quell’area necessaria allo svolgimento delle proprie funzioni. Acquisisce valore, nel momento in cui è occupato.
Una volta capito cosa si intende per spazio, è stata scritta una storia che descrive una città immaginaria, la sua abitazione tipo e i suoi abitanti.
La storia è la base del progetto, da cui poi si sviluppa la ricerca e la sperimentazione.
Inizialmente si pensava che lo spazio dovesse avere una forma organica.
Si pensava a una struttura lineare e sinuosa che si snoda nello spazio, a una forma simile alle conchiglie e agli anemoni di mare, si pensava ad una struttura tubolare che permettesse di collegare differenti zone dello spazio, come si vede dalla realizzazione del primo modellino.
L’affascinante gioco di ombre, causato dalla trasparenza del materiale utilizzato, ci dà nuovi spunti per la progettazione. Il tema scelto è quello dell’acqua. L’intento è di ricreare un ambiente d’acqua, senza però utilizzarla realmente. Perché l’acqua? Come reagiscono i nostri sensi a contatto con l’acqua? Cosa si percepisce stando immersi nell’acqua? L’acqua è vita. È uno degli elementi naturali da cui l’uomo dipende completamente. Essa non è riproducibile artificialmente, bene inestimabile offerto dalla natura.
L’acqua crea isolamento e permette di estraniarsi dal resto del mondo.
Infine, la progressione del modello di studio ha portato al ghiaccio.
Le immagini realizzate, sembrano infatti l’interno di immense caverne di ghiaccio. Abbiamo preso in considerazione la sua struttura chimica. Essa è composta da molecole di forma pentagonale, che grazie alla presenza di vuoti, permettono il galleggiamento. Il nostro spazio è quindi occupato da una serie di pentagoni che compongono pareti e pavimenti, che si articolano e si snodano nello spazio, dal sottosuolo al tetto.







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