martedì 17 aprile 2012

TESI 2010/2011: Antonio Feroldi

L'OSSESSIONE
Una casa per Gabriel Orozco
post provvisorio

I tormenti ossessivi di Orozco come fili conduttori di un processo progettuale poliedrico che lascia possibilità esplorative e di approfondimento elevate: la progettazione di uno spazio abitativo per un artista vivente, famoso e contemporaneo.

Tra i tanti artisti, la figura multiforme di Gabriel Orozco e la sua capacità di comunicare l’arte con variegate tecniche artistiche, offre molti spunti e maggiori opportunità di analisi.
Articolato in tre parti, l’elaborato è innanzitutto basato sulla ricerca. Tale ricerca, tuttavia, non è soltanto incentrata sull’analisi della produzione artistica e del contesto in cui egli ha vissuto e si è affermato, ma anche  e soprattutto sull’investigazione dell’aspetto umano di Orozco in relazione al suo stile progettuale.
Ed è proprio partendo da questo studio che la vita di Orozco si riassume in quattro punti-chiave, fonte di tormento e ispirazione artistica nello stesso tempo: il centro, visto come fulcro periferico nelle rappresentazioni; il rapporto con l’uomo nelle sue proporzioni; il cambiamento delle regole del gioco nella prospettiva di metamorfosi e alterazione; gli scacchi, simbolo del gioco, del rischio e accento sullo sdoppiamento di personalità.
Per procedere alla creazione di uno spazio casa a lui più indicato, ho ritenuto interessante assumere una posizione intermedia tra Orozco stesso e l’edificio, divenendo perciò “filtro” tra la visione dell’artista e l’ambiente in cui si troverà a vivere. 
La seconda fase, dunque, legata al processo di realizzazione, non è altro che una riproduzione ideale del modus operandi e vivendi di Orozco in cui i quattro punti chiave che caratterizzano e allo stesso tempo ossessionano Orozco interagiscono con l’edificio, a tal punto da diventarne parte integrante. Ogni aspetto dello stesso -- la struttura, i volumi, gli spazi, la luce -- è scomposto e ricomposto al fine di concretizzare la ricerca su modelli e tramite interazione. Smontare l’edificio in pedine per poi rimontarlo, muoversi come il cavallo degli scacchi nello spazio, far convergere tutta la casa verso il centro: ogni possibile azione mira a riprodurre le mosse possibili dell’artista nella realtà di uno spazio da progettare.
Nella fase finale di progettazione i quattro punti , sintetizzandosi nella tela “Samurai Tree”, si fondono  con l’edificio e con lo spazio-casa che sorprendentemente si costruisce e si delimita da sé. La convergenza dei  vari punti-chiave e la loro successiva sintesi verso edificio, rappresenta quindi l'iniziale disgregazione con la seguente ricomposizione tramite la figura umana dell’artista stesso.















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