giovedì 8 agosto 2013

TESI 2011/2012: Lavinia Alessandrini

RESTITUZIONI VISIVE
Abitare la distanza
Le vie, le strade, i percorsi, sono affollati, saturi di corpi, di gesti, di voci. Persone che vanno e persone che vengono lasciano tracce effimere che poi svaniscono. Passano e non vi abitano, sono spazi spogli, inermi, momentanei. Ognuno di noi li attraversa in maniera inconsapevole, distratta, fugace. Sono corpi distanti, respingono l'altro, proseguono solo per trovare una via di fuga. Sono corpi chiusi a guscio, solitari,
camminano con sguardi distolti. Il mio progetto parla di questo, di corpi assenti in spazi congelati. Credo sia importante restituire all'uomo la consapevolezza dell’esperienza della condivisione, anche se pur solo visiva. Nella società di oggi siamo disabituati a guardare, forse perché abbiamo troppa visuale. Per questo ho deciso di frammentare, negare a tratti la visione di altri corpi per far riacquisire consapevolezza e creare nuovi punti di vista, riavvicinando le persone.

Distanza relazionale
I singoli individui interpongono distanze nell'ambito pubblico, gli uni dagli altri. Questa è una distanza psicologica che allo stesso tempo incide sullo spazio. Lo spazio che ci circonda non è vuoto ma ognuno di noi crea inconsapevolmente intorno a sé uno spazio chiamato spazio prossemico, è una bolla che ci avvolge con cui regoliamo i rapporti con gli altri.

Spazio suggerisce movimento. Spazio e istinto fisico. 
L'esperienza che noi abbiamo dello spazio è determinata da ciò che in quel dato spazio possiamo fare. Lo spazio suggerisce un movimento, il flusso è uno spazio da attraversare. I flussi urbani si sviluppano principalmente in lunghezza, ed essendo spesso spazi limitati siamo costretti a cedere una parte della nostra “bolla”. Questo ci porta ad estraniarci maggiormente dal contesto. Poniamo una barriera immateriale, un limite tra noi e gli altri.

Valvole di flusso. Flusso metropolitano. 
La maggiore affluenza la riscontriamo nelle stazioni e nelle metropolitane, rappresentano delle vere e proprie valvole, che regolano i flussi di entrata e di uscita dalla città.

un passaggio della linea 3 della metropolitana milanese, luogo del progetto
cronofotografia di passanti
Segmento conduttore
Moltitudine di linee che segnano il passaggio lasciano una traccia effimera, si esauriscono e si rigenerano. È una linea invisibile che fatica a perseguire una direzione, viene spezzata di continuo. L'una influisce sull'altra, s'innesca una consequenzialità, dove ogni percorso è soggettivo e influenza gli altri.

percorsi metropolitani
Ognuno di noi disegna una linea immaginaria attraversando uno spazio. Questa linea, nonostante sia influenzata dalle altre e dipenda dalle circostanze imminenti è strettamente soggettiva, varia a seconda
del proprio umore.
frettoloso - timido - indifferente
Linea limite. Tra alterità e identità.
Limite come linea che da un lato definisce il corpo, la propria identità e dall'altro nega gli altri corpi. Linea in comune tra il noto e l’ignoto. Linea che si spezza quando trova l’alterità.

Contatto visivo. Processo di frammentazione
Il contatto visivo è un fattore che spesso viene a mancare in un flusso urbano o se esiste avviene in maniera superficiale e casuale. Aumentare il contatto visivo significa aumentare la comunicazione tra i corpi. Mettere in evidenza quello che in evidenza non c’è, oscurando celando e a sua volta innescando curiosità, curiosità di conoscenza insita nell'uomo. Limitare la vista ci fa captare frammenti di corpi, di volti, ci permette di scrutare restituendo all'uomo consapevolezza, nei confronti di ciò che lo circonda, e ancor di più permette di ricreare uno scambio anche solo visivo.

Progetto

viste del progetto
rendering del progetto

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